8 febbraio 2020, un tuffo nel passato

8 febbraio 2020: [RIFLESSIONI]

Era il 2020, cinque anni fa, ma spesso rileggere ciò che si è scritto può aiutare a capire molte cose che accadono oggi.

"In questi giorni mi trovo a rivivere delle situazioni già viste, previste e vissute in prima persona.

Quando si fa un lavoro dove le parole, i termini, il significato delle frasi, la finalità dei discorsi e delle azioni spesso preparate spesso no hanno una importanza cruciale; e se essere consapevoli del fatto che sapere come usare questi strumenti può fare una grande differenza tra fare del bene e fare del male occorre prepararsi e fare un grande, grandissimo lavoro di introspezione, ascoltare i silenzi, leggere tra le frasi, analizzare ciò che succede intorno cercando di essere il più asettico possibile, gestendo interferenze e critiche, evitando che i giudizi, soprattutto quelli sterili, ma in generale tutti i giudizi, influenzino il percorso preso, prendendo il valore che si deve da ogni messaggio o considerazione, anche se non costruttiva, come un tesoro prezioso, di immenso valore.

Sono in questo settore, quello della stampa, della serigrafia e della grafica finalizzata alla stampa da ormai 32 anni e ho percorso diverse strade, tracciato rotte scelte e studiate nei minimi dettagli e seguito direzioni senza un programma, senza un apparente senso logico, condizionate da momenti storici, da scelte errate o superficiali, da spunti emotivi, da situazioni contingenti spesso non sotto controllo diretto, insomma, da una serie quasi infinita di fattori che, alla fine, fanno parte della vita che si sceglie o si decide di voler vivere e che la condizionano in tutto e per tutto.

Un valore però non è mai venuto meno e sta alla base di tutto il mio lavoro, da sempre: la grande passione di scoprire e condividere le mie scoperte e le mie competenza, quali esse siano.

Ho dedicato e sto dedicando oltre metà della mia esistenza a questo lavoro e in ogni istante, nel bene e nel male, ho cercato di pensare a come migliorare le situazioni peggiori che sono capitate a me o ad altri che mi chiedono un aiuto, a ottimizzare le fasi di lavoro per rendere sempre più sostenibile la qualità di vita in azienda, mia e soprattutto dei miei e dei loro collaboratori, a capire come ottenere dai problemi e dalle sconfitte un risultato che possa portare me e chi mi stava vicino a migliorare la propria esistenza, ad avere soddisfazioni da ciò che fino a quel momento era solo fonte di fatica e di scarsi risultati.

Ho sempre visto questo lavoro come qualcosa di speciale, una sorta di benedizione, un modo per esprimere se stessi e le proprie potenzialità, la propria professionalità, la propria personalità e soprattutto la propria fantasia, inventiva, arte di arrangiarsi nel trovare soluzioni. Sempre con grande studio e applicazione.

Ricordo ancora le notti a sognare e a ricercare (in epoche dove le informazioni costavano più delle macchine) soluzioni alternative, sistemi che potessero creare differenza nel mercato, nel proprio modo di lavorare.

Per anni ho sofferto nel vedere i miei sogni, spesso trattenuti, spesso raccontati ad altri venire realizzati al solo scopo di creare strumenti di vendita: ho subito questi contraccolpi troppo spesso fino a quando ho avuto il coraggio di fare qualcosa che per molti ancora oggi risulta impossibile: mi sono fermato e ho cercato di capire come e da dove ripartire.

Ho smesso di pensare a me da dentro e ho iniziato ad accorgermi di quello che avrei potuto essere visto da fuori, come avrei potuto essere percepito da chi mi ascolta, da chi mi “usa” (in senso buono ovviamente) per capire meglio e più in fretta quello che non può sperimentare da solo o che sarebbe troppo complicato e costoso sperimentare da solo.

In poche parole ho dovuto (in realtà ho VOLUTO) lavorare sullo strumento più complesso che una persona rischia di trovarsi per le mani prima o poi nella vita, uno strumento di cui non ci si accorge tanto facilmente, pur avendolo sempre lì, a portata di mano: me stesso!

E da allora non ho più smesso: ad ogni corso in aula, ad ogni conferenza, fiera, lezioni in scuole d'arte e di grafica o qualsivoglia tipo di evento che mi vede protagonista ho la grande, immensa possibilità di fare qualcosa che molti nemmeno sanno che si possa realizzare: posso imparare!

Posso imparare che dagli altri è possibile avere tutto quello che ti serve, per il tuo lavoro e per la tua vita e non importa quanto siano lontani o vicini, se li hai già incontrati o se non li incontrerai mai personalmente. Quello che importa è che si, è vero, ho sognato e anche disegnato macchine, sistemi, li ho proposti spesso ad altri con tutto l'entusiasmo che avevo e altri li hanno realizzati al mio posto, ma quello che conta è che ci sono arrivato io per primo e questo è quello che posso dare agli altri, questo è il mio valore, il mio modo di contribuire ad un mondo che sempre di più scivola verso il basso, un mondo che, come gran parte della “cose di oggi” vive prevalentemente di numeri con un simbolo davanti, viene misurato molto spesso solo in termini di cifre, mentre a me, piccolo sognatore, continua a piacere l'idea di poter inventare qualcosa che faccia divertire e possa rendere più semplice la vita di chi lo userà un giorno, anche se verrà realizzato da altri."

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